Apre i battenti giovedì 22 ottobre, presso lo Spazioborgogno nel cuore più verace di Milano, la mostra personale di Pietro Privitera dal titolo "Wundergram: un atlante dello sguardo fotografico". Un titolo solo all'apparenza criptico, che in realtà racchiude in cinque parole tutto il personalissimo percorso di questo artista dall'inesauribile voglia di esplorare. Non è facile raccontare a parole il suo mondo: la sua avventura umana, professionale e artistica è infatti indissolubilmente legata all'immagine, a ciò che raggiunge direttamente l'anima, senza passare attraverso il filtro della spiegazione didascalica. In mostra ci sono circa seicento fotografie scattate da Pietro Privitera nel corso degli ultimi due anni, e pubblicate su Instagram, il social network che si differenzia da tutti gli altri perché basato esclusivamente sulla condivisione di fotografie corredate da un titolo. Il web con le sue infinite possibilità è il terreno più congeniale per Privitera, che con questa mostra sta in qualche modo compiendo un atto di coraggio: chi visiterà la sua mostra riuscirà a comprendere il racconto lungo due anni che Privitera ha fatto attraverso Instagram?
«Una narrazione che non è fatta solo di immagini», precisa l'artista. «Il mio racconto, infatti, è scandito da cinque punti imprescindibili... L'immagine, naturalmente, il titolo, l'hashtag (la parola chiave che riconduce ad altri concetti), i likes (cioè i ""mi piace"" degli altri utenti) e i commenti».
L'opera di Privitera è dunque interattiva, nasce da lui, dall'inquadratura catturata dal suo cellulare, ma strada facendo si arricchisce dell'apporto di coloro che osservano i suoi scatti e che se ne appropriano, arricchendoli del loro sentire personale... Può colpire il fatto che un maestro dello scatto come Privitera (famosi sono i suoi eccellenti trascorsi come fotografo di moda, campo in cui ha riscosso grande successo) abbia deciso di servirsi di uno strumento tutto sommato "umile" come un cellulare per scattare le sue fotografie...
«In realtà, la mia scelta non è affatto strana», dichiara: «Quando si tratta di arte, infatti, il virtuosismo tecnico cede il passo all'idea. E' l'idea che conta, non la perfezione dell'immagine ottenuta».
Osservando le magnifiche stampe, realizzate (con la consueta estrema attenzione alla qualità) dalla squadra di Spazio81, 20 x 20 su carta opaca Photo Rag con tecnica Fine Art Giclée True Black, che costituiscono il percorso della sua personale, non possiamo comunque non restare colpiti dalla loro intensità e, sì, anche dalla loro "perfezione". Ma guai a farglielo notare! Privitera non persegue la bellezza fine a se stessa, non si compiace di fare belle o addirittura bellissime foto, il suo scopo va oltre l'immagine: è la sua storia stessa a dimostrarlo. Negli anni 70 si dedicò alla foto di teatro, pubblicando il saggio "Scatola scenica", nel quale teorizzava, attraverso immagini del teatro-danza, sullo spazio scenico come schermo e contenitore di geometrie virtuali. Sperimentatore convinto, fu tra i primi nel nostro Paese a fare ricerca visiva con la Polaroid, producendo negli anni '70 e '80 immagini per mostre e collezioni in Italia e all'estero. Proprio come oggi con Instagram, in passato si innamorò della Polaroid: l'immagine che veniva catturata dall'occhio e subito impressa sulla pellicola e stampata, senza intermediari, senza attese... il trionfo del qui e ora.
«Instagram, inoltre presenta la peculiarità del formato fotografico quadrato a cui si aggiunge, sul bordo superiore e inferiore dell'immagine, uno spesso margine bianco: queste caratteristiche ricordano lo storico formato cartaceo Polaroid a sviluppo istantaneo», fa notare l'artista. Il titolo della mostra, "Wundergram", nasce dalla fusione di due sostantivi diversi: Wunderkammer, che in tedesco significa "camera delle meraviglie", e Instagram, il social network di condivisione delle immagini.
«La camera delle meraviglie era il luogo in cui, dal Seicento fino a tutto il Settecento, i ricchi & potenti collezionavano tutti gli oggetti che suscitavano meraviglia, sia che provenissero dal mondo della natura sia che fossero stati creati dalle mani dell'uomo», spiega Privitera.
Le immagini catturate dal suo cellulare in questi due anni, dunque, costituiscono la sua personale "Wunderkammer" o meglio, Wundergram... Siete tutti invitati a venirla ad esplorare a Milano, allo Spazioborgogno, Ripa di Porta Ticinese 113, fino all'8 novembre.